Il caso delle multe dell’autovelox di via Fulvio Testi a Milano approda in tribunale con l’udienza davanti al Tar fissata per il 13 giugno. In discussione il ricorso presentato da oltre cinquanta automobilisti, tra i quali numerosi comaschi, contro la raffica di sanzioni ricevute tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018.
Gli automobilisti hanno impugnato la determina con cui il comune di Milano aveva autorizzato l’accensione dell’autovelox e l’avvio della fase sanzionatoria. Alcuni conducenti che percorrono abitualmente la strada sono stati multati a ripetizione prima di sapere dell’attivazione degli apparecchi.
I firmatari del ricorso contestano in particolare la scarsa visibilità degli autovelox, la mancanza di informazione sull’attivazione e anche il limite di 50 chilometri orari in quella che è una direttrice di scorrimento a tre corsie. “In assenza di contestazione immediata, che nel nostro ordinamento costituisce la regola per le infrazioni al Codice della strada – sottolineano i promotori del ricorso – gli automobilisti hanno appreso dell’esistenza del limite solo in occasione della notifica delle sanzioni. Alcuni verbali sono arrivati a decine e quasi in tutti i casi l’esito del contenzioso davanti ai giudici di pace è stato sfavorevole, anche se la Cassazione ha spesso sottolineato l’esigenza della chiara visibilità degli autovelox, finalizzati ad educare gli automobilisti”.
Gli automobilisti che hanno presentato ricorso sono rappresentati dall’avvocato Raffaello Ricci. “Sono gravi e palesi i vizi di legittimità del provvedimento del Comune di Milano – sottolinea il legale – che ha violato sotto molti profili la stringente normativa vigente e sviato, con effetti abnormi, dall’interesse pubblico, perseguendo verosimilmente lo scopo di fare cassa”.
Giovedì l’udienza davanti al giudice del tribunale amministrativo della Lombardia.