«La preoccupazione di perdere i contributi regionali c’è. Siamo in ritardo rispetto alla tempistica che faceva riferimento al mese di giugno di quest’anno. Purtroppo, sono emerse situazioni nuove su cui il progetto si è arenato».
A parlare è l’assessore comunale Marco Galli che non si nasconde dietro dichiarazioni di prammatica. Il futuro dei “nuovi” Giardini a lago di Como è sempre più incerto. Così come diventa sempre più difficile portare a casa i 380mila euro che la Regione ha stanziato ormai da anni per l’operazione. Dopo due proroghe, chieste e ottenute, una terza è da considerare in pratica come impossibile. In circostanze simili, altre realtà locali si sono viste negare da Palazzo Lombardia i finanziamenti.
La situazione, insomma, è davvero complicata. Tanto che il sindaco Mario Landriscina ha convocato per lunedì prossimo, alle 14.30, una riunione con tutti i tecnici e i dirigenti interessati, oltre che con gli assessori Galli (titolare appunto della delega ai Parchi e giardini) e Vincenzo Bella (Lavori pubblici).
Dopo la conferenza dei servizi del 28 maggio, in molti a Palazzo Cernezzi hanno capito quanto fossero seri i problemi emersi. Dallo stato dei sottoservizi, il cui degrado porterebbe sicuramente a uno stop del cantiere e a una revisione del progetto (con inevitabili maggiori costi), ai problemi strutturali evidenziati dalla relazione geologica.
Il vertice voluto dal sindaco servirà a decidere in primo luogo se continuare o meno con il progetto. Sembra che nell’amministrazione del capoluogo vi siano due posizioni diverse: da un lato, chi vuole proseguire comunque e mantenere inalterato il disegno, pure immaginando di utilizzare soltanto fondi propri (dando per scontato che il contributo regionale sia destinato a saltare); da un altro lato, chi immagina di fermarsi e di adottare una soluzione minimalista, ovvero l’installazione di qualche telecamera (argomento su cui c’è sempre molta sensibilità in una parte importante della giunta), la riqualificazione dei giochi per i bambini e poco altro.
«Ci sono innumerevoli cose su cui non avevamo informazioni complete – dice ancora l’assessore Galli – questioni in apparenza banali, come la manutenzione di una pompa dell’acquedotto, possono invece incidere molto – aggiunge Galli – ma anche lo spostamento di una cabina elettrica».
Una cosa è certa, conclude l’assessore al Verde del Comune di Como: «non possiamo sistemare “sopra” senza sapere che fare “sotto”. Né possiamo rischiare di avviare il cantiere fino a quando ogni elemento non sarà chiarito. Se ci comportassimo in modo diverso sarebbe da parte nostra davvero superficiale».