Università dell’Insubria, a distanza di un anno dall’uscita dall’ateneo, più dell’80% dei laureati ha un lavoro. Più precisamente su 1.144 neodottori triennali contattati l’82, 2% ha già un’occupazione. Il dato è superiore (di 10 punti percentuali) alla media nazionale. Sono i primi numeri significativi emersi dal XXI Rapporto sul Profilo dei laureati presentato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. Le indagini hanno coinvolto 75 università. Il Rapporto ha analizzato le performance formative di oltre 280mila laureati nel 2018 in particolare: 160mila laureati di primo livello, 82mila dei percorsi magistrali biennali e 37mila a ciclo unico.
Nel 2018 i neodottori dell’Università dell’Insubria sono stati 1.764. Di questi 1.308 di primo livello, 210 magistrali biennali e 241 a ciclo unico. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è, come anticipato, dell’82,2%, mentre quello di disoccupazione è pari al 9,6%.
Il 29% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 38,1% su un’occupazione non standard (in particolare su un tempo determinato). Il 13,4% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore).
Per i laureati di secondo livello il tasso di occupazione è del 76,5%, contro il 69,4 nazionale. Altro elemento significativo è quello legato alla retribuzione che è in media, dopo un anno, di 1.443 euro mensili netti.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Per rispondere si è analizzata l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 61,5% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto.
Infine un altro dato significativo: il 60% dei laureati termina l’università in corso. In particolare è il 60,6% tra i triennali e il 74,8% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 101,0 su 110.