A 27 anni dalla strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio del 1992, oggi Como ha ricordato le vittime, il magistrato Giovanni Falcone, ucciso per mano della mafia insieme con la moglie Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. All’albero Falcone ai Giardini a Lago si è tenuta la commemorazione, organizzata dal Centro Studi Sociali contro le Mafie – Progetto San Francesco, alla quale hanno partecipato, in rappresentanza del Comune, il vicesindaco Alessandra Locatelli, l’assessore Angela Corengia, il presidente del consiglio comunale Anna Veronelli, e poi il Sottosegretario al Ministero dell’Interno Nicola Molteni, il procuratore di Como Nicola Piacente, il questore Giuseppe De Angelis e il prefetto Ignazio Coccia. Presenti anche gli studenti di alcune scuole comasche.
“Il contrasto alla mafia non ha colore né maglia – ha detto il direttore del Centro Studi Sociali contro le Mafie – Progetto San Francesco, Benedetto Madonia – E’ necessario fare squadra”.
«Inevitabilmente la mafia ha lasciato i territori di origine per cercare di infiltrarsi nei tessuti economici più avanzati», è intervenuto il procuratore capo di Como Nicola Piacente in riferimento alle infiltrazioni sul territorio lariano e lombardo. «L’obiettivo è emarginare la mafia».