Cosa viene fatto e quanto viene speso. Il vicesindaco e assessore alla Politiche Sociali di Como, Alessandra Locatelli, ha voluto mettere dei punti fermi sul lavoro che il Comune sta facendo per affrontare la grave marginalità. Pur specificando che la conferenza stampa odierna non è stata organizzata per rispondere alle polemiche delle ultime settimane sulla richiesta di un dormitorio permanente, lanciata dal consigliere Patrizia Maesani, proposta che ha ottenuto un largo consenso bipartisan.
In primis l’assessore ha voluto ribadire che il dormitorio con apertura 365 giorni all’anno a Como, in via Napoleona, c’è da un decennio, conta 56 posti letto e non ne serve un altro. “Perché – spiega – le persone devono poter uscire da questo circuito guadagnando autonomia e quindi è più opportuno lavorare su percorsi mirati che vadano in questa direzione”. Ma non solo, Locatelli ha passato in rassegna i progetti in corso legati al reinserimento nel mondo del lavoro, alle mense e ai centri diurni, senza dimenticare gli appartamenti messi a disposizione per chi sta tentando di riprendere in mano la propria vita. Fino alla gestione dei casi più complicati (come quelli di chi necessita di strutture particolari o il sostegno per le mamme con minori). Evidentemente poi si è aperto un capitolo a parte sul periodo invernale quando viene attivato il servizio “Emergenza Freddo” aperto a tutti (compresi gli stranieri in regola e non) per cui Palazzo Cernezzi ha stanziato 8mila euro sui 30mila rendicontati e l’obiettivo è di arrivare a 10mila. Una realtà in cui fondamentale è il lavoro della Caritas, delle associazioni e dei volontari. Quest’anno sono state accolte – nei mesi di apertura – 114 persone.
Prorogato fino al 31 dicembre 2020 poi il progetto “Strade verso casa” che tra le altre cose si occupa di “housing first” che riguarda, appunto, gli appartamenti.
Tracciato anche un bilancio annuale delle risorse messe in campo: si parla di oltre un milione di euro.