Sono 63.869 i lavoratori frontalieri in Canton Ticino. Il dato, che torna crescere, è aggiornato alla fine del mese di marzo 2019 ed è stato diffuso dall’Ufficio federale di statistica. Complessivamente, facendo un confronto con l’ultimo trimestre del 2018, si è registrata una crescita del 2,9%, ma accostando i numeri allo stesso periodo dello scorso anno emerge un calo dell’1,2%. E’ troppo presto, tuttavia, per capire come stia evolvendo la situazione. Le cifre diffuse in queste ore non sono ancora indicative né di una ripresa a recarsi in Svizzera per lavorare, né di un trend in diminuzione (a conferma di quanto emerso dagli ultimi confronti).
Sono più gli uomini a spostarsi in Ticino (38.993 contro 24.876 donne).
Guardando ai settori economici è il terziario (quindi servizi e commercio) a trainare con 40.470 frontalieri, seguono i 22.896 impiegati nel settore secondario (ossia il mondo dell’industria). Si contano, soltanto, 503 persone nel settore primario (agricoltura e allevamento).
In particolare nel terziario sono 10.554 le figure che fanno riferimento al commercio e 6.553 quelle invece nelle attività professionali, scientifiche e tecniche. 1.132 i frontalieri nel mondo dell’istruzione, 3.884 nel panorama sanitario e assistenziale.
Nel secondario sono le attività manifatturiere a fare la parte del leone con 15.695 lavoratori, da segnalare anche gli oltre 7mila impiegati nelle costruzioni.
Infine la provenienza, la quasi totalità dei frontalieri (63.733 su 63.869) è di origine italiana. Tra questi numerosi sono comaschi.