È arrivato il giorno del Ramadan: domani inizierà il mese di digiuno e preghiera degli islamici, che a Como e a Cantù potranno riunirsi in appositi spazi concessi dal Comune, il parco Negretti e il capannone di via Milano di proprietà dell’associazione culturale islamica Assalam. Una decisione accompagnata anche quest’anno dalle polemiche. In ultimo, l’intervento del sottosegretario all’Interno, il canturino Nicola Molteni, che proprio oggi ha ribadito il suo no a nuove moschee in provincia di Como, in risposta alla richiesta di un centro culturale avanzata dalla comunità islamica della Valle Intelvi. “Sto seguendo questa vicenda con grande attenzione. – ha detto Molteni – Il Ministro Salvini ha da poco emanato una direttiva per elevare il livello di attenzione e controllo delle aggregazioni culturali islamiche. Non abbiamo quindi bisogno di nuove moschee in provincia di Como. – ha sottolineato Molteni – Sono in stretto contatto con amministratori e cittadini della Valle che hanno manifestato preoccupazioni per l’ipotesi di insediamento di un centro culturale islamico”. Il Sottosegretario ha escluso ogni tipo di dialogo, “Fino a quando le comunità islamiche non sottoscriveranno le intese con lo Stato italiano ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione e quindi sino a quando non rispetteranno principi e valori della nostra società e civiltà”. Gli islamici, intanto, domani inizieranno a pregare nei luoghi concessi, ma l’attenzione rimane alta. Nel capoluogo, la Lega si era detta contraria alla concessione di uno spazio pubblico, concesso invece dalla giunta nonostante il voto contrario del Carroccio. A Cantù, la giunta aveva negato agli islamici la possibilità di pregare nel capannone, possibilità concessa invece dal Tar, il tribunale amministrativo della Lombardia, al quale l’associazione Assalam ha presentato ricorso.