“Il Decreto Sicurezza rende impraticabile proseguire nel percorso di accoglienza con le condizioni precedenti. Vediamo compromesso il cammino di cura delle persone, di mediazione e di integrazione. Auspichiamo una nuova assunzione di responsabilità dello Stato e siamo preoccupati delle difficoltà che la collettività si troverà ad affrontare per l’aumento di persone senza prospettive concrete”.
La Caritas della Diocesi di Como prende posizione in modo netto sulle conseguenze del Decreto Sicurezza, fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. In una lettera inviata a tutti i parroci, il consiglio fa chiarezza sulla nuova situazione in tema di accoglienza dei migranti.
“La situazione si è modificata”, chiarisce la Caritas, che contesta la riduzione del contributo da 35 a 21 euro e soprattutto i vincoli imposti dai nuovi bandi. “Si tagliano ad esempio l’insegnamento della lingua, l’assistenza psicologica, la formazione professionale, le attività sociali – attacca il consiglio – Non possiamo ridurre l’accoglienza a sorveglianza, dove all’inclusione si sostituisce un progetto assistenzialistico o punitivo. Temiamo anche che l’abbassamento degli standard richiami ancora di più operatori ai margini della legalità”.
Le cooperative che fanno riferimento alla Caritas valuteranno se partecipare o meno ai bandi, “in un’ottica che sarà comunque ridimensionata, purtroppo anche nel numero di operatori”.
Attualmente, sono ancora circa 400 i migranti accolti in strutture che fanno riferimento alla Diocesi. “Si è intervenuti sempre in chiave sussidiaria e di collaborazione per sopperire alle necessità delle strutture pubbliche – scrive ancora il consiglio Caritas – Spesso ci hanno accusati di fare i nostri interessi, dimenticando che ci siamo occupati di profughi e migranti su richiesta, a volte pressante, di governi, prefetture e amministrazioni locali”. “Non possiamo proseguire nelle nuove condizioni – concludono i responsabili della Caritas – Lo Stato si assuma le sue responsabilità”.
“Sono gli effetti del Decreto Sicurezza, ce lo aspettavamo – spiega Alessandra Locatelli, vicesindaco di Como e parlamentare leghista – Non credo sia possibile per nessuno chiudere ora un occhio per portare richiedenti asilo sul territorio e creare posti di lavoro. Io sto con i volontari, li ringrazio sempre. Non mi piace quando vengono strumentalizzati per uno scopo difficile da perseguire”. “Con il Decreto Sicurezza nessuno finisce per strada. Non abbiamo tolto nessun diritto a nessuno, abbiamo solo razionalizzato le risorse per i richiedenti asilo”, aggiunge il parlamentare Eugenio Zoffili.