E’ morto nella notte all’età di 83 anni Fermo Favini, noto a tutti come Mino. Un lutto che colpisce il calcio italiano e quello comasco in particolare. Nato a Meda nel 1936, giocatore del Como e dell’Atalanta tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Mino Favini è ricordato soprattutto per il suo ruolo come dirigente dei settori giovanili e grande scopritore di talenti.
Nel ruolo di educatore e dirigente dei settori giovanili, proprio a Como, oltre che all’Atalanta, ha ottenuto i risultati migliori. Tra i calciatori scoperti da Favini il compianto Stefano Borgonovo, Gianluca Zambrotta, Pietro Vierchowood, Roberto Galia, solo per citarne alcuni. L’immagine di Mino Favini, sul Lario si lega anche con quella del centro sportivo di Orsenigo, storica casa di allenamento del Calcio Como, che proprio pochi giorni fa è passata di mano e non è più legata al club calcistico.
Da Como, Mino Favini era poi passato all’Atlanta e anche a Bergamo si era occupato del settore giovanile, continuando a scoprire talenti.
Nel 2015, vicino agli 80 anni era tornato per un breve periodo a Como con la dirigenza del periodo, guidata da Pietro Porro.
Il Como ha pubblicato un messaggio di cordoglio e di ricordo. “Mino è stato l’artefice del grande settore giovanile bianco-blu negli anni d’oro – scrive la società – Nella sua carriera ha scoperto decine e decine di giocatori che sono poi arrivati in serie A e in nazionale. Dopo la carriera come calciatore, cominciò a lavorare come dirigente nei settori giovanili. I principali risultati arrivarono proprio a Como, dove ha lavorato per 20 anni, dal ’71 al ’91, diventando presto responsabile dell’intero settore giovanile”. “Vero e proprio simbolo di Orsenigo, con lavoro, dedizione, pazienza e fiducia nei giovani è stato l’anima di quel Como fucina di talenti – si legge ancora nel messaggio – Tutta la dirigenza e la società ne piangono la scomparsa.
Un grande Uomo, il cui nome rimarrà per sempre scolpito nella nostra storia”.