Mentre il mondo intero segue con apprensione le sorti della cattedrale di Notre-Dame dopo il vasto incendio che si è sviluppato ieri e che è stato spento soltanto stamattina dopo una serata e una notte di lavoro per i vigili del fuoco, a Como le immagini che arrivano dalla Francia fanno ripensare inevitabilmente al rogo che devastò nel 1935 la cupola del Duomo. Causato in quel caso da un incidente come sembra sia successo anche nel simbolo della Cristianità della capitale francese.
Oggi, fanno sapere dalla Cattedrale di Como, il Duomo è più sicuro, ci sono impianti di rilevamento antifumo installati e testati non molto tempo fa e inoltre ci sono piani di emergenza, il personale è stato adeguatamente addestrato per un primo intervento di evacuazione in caso di necessità. Ma cosa avvenne nel 1935? Siamo nel pomeriggio del 27 settembre: l’ultimo operaio ha riposto i suoi attrezzi ed è sceso dalla cupola del Duomo costruita tra il 1730 e il 1744 su progetto del messinese Filippo Juvara. Intanto sulla cattedrale, sfuggita all’apparecchio di un operaio saldatore una fiammella si insinua in un’intercapedine fra il rivestimento in rame e l’estradosso della cupola. Si moltiplica lungo la potente armatura di rovere. Il racconto di quel drammatico episodio si deve a un cronista di eccezione, lo scrittore con legami brianzoli Carlo Emilio Gadda, che ne scrisse sulla “Gazzetta del popolo”. Le forze dell’ordine fecero evacuare le case attorno alla Cattedrale e trasportare dal Duomo alla vicina chiesa di San Giacomo i quadri del Luini e del Ferrari, gli arazzi fiamminghi e il Cristo del ’400.