“Lariotir torni a rivestire il ruolo per cui era stato creato, con l’aiuto di tutti: enti territoriali e società autostrade”. A lanciare l’appello è Giorgio Colato, presidente della Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani) di Como e Lecco che interviene dopo l’ennesima mattina di passione sul fronte traffico con lunghe code per chi utilizza l’autostrada A9, ma a cascata anche in città. Sono le inevitabili conseguenze della chiusura della dogana commerciale in Svizzera a causa delle nevicate di ieri oltre il Gottardo. I camion sono stati bloccati e alla riapertura stamattina circolazione in tilt con numerosi mezzi pesanti incolonnati per le operazioni doganali. Un’emergenza che soltanto in parte è stata gestita da Lariotir, l’area di sosta realizzata nel 1994 a Lazzago, fortemente voluta da Camera di Commercio, Comune e Provincia. Per anni, attraverso una convenzione questi stessi enti hanno contribuito al sostentamento poi c’è stato un progressivo ridimensionamento.
Attualmente la gestione dell’ampio spazio è in mano ai privati. “Questa struttura oggi non è più in grado di rispondere alle emergenze perché la proprietà ha deciso di ridurre, legittimamente, la superficie destinata ai tir” ha detto Colato. “Negli anni – aggiunge – gli autisti sono cambiati, molti non sono più disposti a pagare per la sosta e si fermano con i mezzi dove capita, pertanto per fare quadrare i conti chi gestisce la struttura ha fatto altre scelte”.
Quindi Colato torna a chiedere una partecipazione maggiore da parte del pubblico in vista della firma, a giorni, della nuova convenzione. “Lariotir è uno spazio fondamentale per gli autotrasportatori che possono sostare e riposarsi e, in caso di emergenza, per non intasare la viabilità – ha chiarito – dovrebbe tornare a garantire più servizi (come ad esempio personale multilingue), ma soprattutto dovrebbe offrire prezzi calmierati o addirittura – propone Colato – la sosta gratuita. La stessa società autostradale dovrebbe farsene carico visto che i camion viaggiano sulla rete e l’area che sorge a ridosso del confine è a servizio della fluidità del traffico”.
“A breve ci sarà la firma della nuova convenzione di cui noi come associazioni di categoria non conosciamo ancora il contenuto – conclude – la nostra proposta è di tornare all’origine garantendo più aiuto alla città e a chi lavora”