Non è passata inosservata la presenza del sindaco di Como, Mario Landriscina, sul palco lunedì sera al fianco del Ministro dell’interno, Matteo Salvini. Il vicepremier era in città per un comizio della Lega.
Ieri sera durante l’appuntamento settimanale su Etv a precisa domanda di un telespettatore che non condivideva la scelta, il primo cittadino ha chiarito: «Sono andato perché al di là della rassegna elettorale si trattava della presenza di un vicepremier e ministro in città, se dovessero esserci altre visite simili di cariche del Governo dal punto di vista istituzionale andrei ugualmente. Non ho proferito verbo se non parlare, prima che arrivasse, dei temi che riguardano la città. Credo – ha aggiunto – che sia doveroso per il fatto che nella mia maggioranza questo partito è rappresentato e mi è sempre stato molto vicino, quindi rispetto l’opinione del telespettatore, ma credo ancora di poter essere in grado di decidere da solo le mie frequentazioni» ha concluso il sindaco
Parole che hanno subito acceso le polemiche, tanto che questa mattina è stata diffusa la lettera di Patrizia Lissi, consigliere comunale del Pd, indirizzata proprio al sindaco, missiva che fa un salto indietro nel tempo e parte dall’irruzione di due anni fa di un gruppo di skinheads alla riunione di Como Senza Frontiere, rete di volontari che si occupa dell’accoglienza, alla quale fece seguito la manifestazione contro l’intolleranza organizzata dal Pd, in città arrivarono cinque ministri e l’allora presidente della Camera, Laura Boldrini.
«Lei non era presente, come non era presente nessun esponente della sua Giunta» scrive Lissi a Landriscina, ricordandogli che allora aveva motivato la sua decisione spiegando che «nella sua concezione della rappresentanza, l’adesione a una manifestazione di partito è inopportuna per chi dovrebbe rappresentare la pubblica amministrazione» .
Lissi quindi chiede al primo cittadino: «Ha sbagliato Lei nel 2017 ad essere assente o ha sbagliato lunedì a essere presente?» e in chiusura aggiunge «Perché, vede, nella nostra concezione di rappresentanza – conclude il consigliere del Pd – chi rappresenta la città, la rappresenta tutta, non una parte, piccola o grande che sia»