Tensione all’uscita dall’aula, al termine dell’udienza con le richieste di condanna del pubblico ministero dell’antimafia Sara Ombra. Alcuni familiari degli imputati, presenti tra il pubblico, si sono rivolti in modo minaccioso alla presidente della commissione antimafia regionale Monica Forte, che ha partecipato a gran parte delle udienze del processo. “Io non sono un mafioso”, urlava un uomo, mentre una donna ripeteva: “Ora sarà contenta, sarà soddisfatta” rivolgendosi alla rappresentante regionale. E’ stato necessario l’intervento dei carabinieri e Monica Forte è uscita poi dal retro del tribunale, scortata dai militari dell’Arma.
“Ci sono stati momenti di tensione, anche se non si può parlare di un’aggressione – racconta la stessa Monica Forte – Già durante l’udienza qualcuno tra il pubblico era un po’ agitato, poi al momento della lettura delle richieste di condanna, un uomo in particolare ha iniziato a ripetere che non era un mafioso ed era in grande agitazione”.
Usciti dall’aula, gli animi si sono ulteriormente accesi. L’uomo ha continuato a ripetere a voce alta “non sono un mafioso” e si è avvicinato con fare minaccioso a Monica Forte. “Sono subito intervenuti i carabinieri – dice la presidente della commissione antimafia – Hanno creato un cordone di protezione e non ci sono stati problemi”. Un’altra donna però ha iniziato a gridare all’indirizzo di Monica Forte: “Sarà contenta adesso, sarà soddisfatta”. La situazione si è fatta più tesa e l’esponente della Regione è stata fatta uscire dal retro del tribunale, scortata dai carabinieri.
“Purtroppo è l’ennesima riprova del clima di grande tensione che ha accompagnato tutto il processo – conclude Monica Forte – E’ stato importante dare un segnale di presenza delle istituzioni proprio anche per questo motivo, visto che già il Comune di Cantù ha scelto di non costituirsi parte civile, una decisione che non abbiamo condiviso. Saremo presenti fino alla sentenza”.