Telecamere a circuito chiuso negli asili nido e formazione per il personale, gli operatori delle strutture e le famiglie. La giunta di Regione Lombardia ha approvato oggi le linee guida e uno stanziamento di 900mila euro per la realizzazione di progetti a favore dei minori che frequentano nidi e micro-nidi. Un provvedimento che arriva all’indomani degli ultimi fatti di cronaca legati a maltrattamenti sui bimbi negli asili di Cernobbio e Varzi, nell’Oltrepò pavese. L’educatrice del nido di Cernobbio, agli arresti domiciliari con l’accusa di aver ripetutamente maltrattato i piccoli dai 3 ai 18 mesi, in particolare nel momento del sonno e del pranzo, sarà interrogata mercoledì.
La misura della Regione prevede 600mila euro per l’introduzione delle telecamere a circuito chiuso negli asili nido e altri 300mila euro per la formazione del personale, degli operatori e delle famiglie. “Abbiamo lavorato molto a questo provvedimento – ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la famiglia Silvia Piani – con l’unico obiettivo di tutelare i nostri bimbi, soprattutto dopo gli intollerabili episodi di violenza che si sono verificati negli ultimi giorni in alcune strutture lombarde. Il nostro auspicio è che già con l’inizio del nuovo anno scolastico molte strutture si doteranno di questi sistemi, tenendo anche conto che Regione Lombardia garantisce un aiuto concreto andando a coprire la quasi totalità dei costi. Gli interventi di formazione previsti dal progetto – ha concluso Piani – hanno l’obiettivo di fornire agli educatori e alle famiglie strumenti capaci di intercettare i problemi prima che si trasformino in comportamenti o gesti che non vorremmo più vedere”.
Le domande per lo stanziamento devono essere presentate direttamente alle ATS che erogheranno il contributo in un’unica soluzione. Per ogni richiesta ammessa a finanziamento sarà assegnato un contributo pari al 90% dei costi sostenuti fino a un importo massimo di 5mila euro. Le telecamere sono a circuito chiuso e le immagini sono di esclusivo utilizzo da parte dell’autorità giudiziaria, che potrà visionarle solo a seguito di una denuncia o di una segnalazione.