<Le risse? Mi dica da quale devo iniziare a raccontare>. Parola agli imputati oggi nel processo per il presunto controllo della ‘ndrangheta sui locali del centro di Cantù. Generalmente collegati in videoconferenza, oggi erano tutti in aula e sono sfilati uno dopo l’altro davanti alla corte per rispondere alle domande dei loro legali.
Racconti che offrono lo spaccato di serate e nottate nei soliti locali, con le solite facce, con la situazione che non di rado degenera e sfocia nella violenza. I racconti si susseguono. <Rideva e diceva parole in inglese che non capivo>, oppure <Mi ha fissato mentre andavo al bancone e mi ha chiesto che problemi hai?>, o ancora <infastidiva le ragazze ballando troppo vicino a loro>, ma anche semplicemente <mi ha provocato>. Quindi, le violenze: <mi ha morso un dito, gli ho dato un pugno>, oppure: <lo abbiamo inseguito, poi ha svoltato l’angolo e lo abbiamo visto a terra, ce ne siamo andati>, ma anche <ha provato a colpire il mio amico con un taglierino>.
Gli episodi di violenza erano tutt’altro che rari. <La sera tardi in centro Cantù ci sono solo bar e gente ubriaca – scandisce uno degli imputati – Dopo una certa ora, o te ne vai o litighi>. Quando si parla dei presunti rapporti con la ‘ndrangheta però, le risposte si fanno più vaghe. <Ho saputo solo dopo che aveva il nonno in carcere e mi sembrava indelicato chiedere perché>, <Ho letto sui giornali, ma solo dopo>, <Se avessi saputo che erano persone legate alla mafia non sarei più uscito con loro, mi sarei chiuso in casa>.
L’attenzione sul processo è cresciuta in modo esponenziale. Oggi, in aula anche gli esponenti dell’opposizione dell’amministrazione comunale di Cantù con un cartello che ha sollevato qualche polemica.
Monica Forte, 5Stelle, presidente della commissione speciale antimafia della Regione, anche oggi era presente in aula.
La Regione ha deciso di inviare ad ogni udienza un componente della commissione, ad iniziare oggi da Michele Usuelli, +Europa