Pubblico e privato insieme per gestire Villa Olmo. Una gestione per la quale serviranno 2 milioni di euro all’anno. La dimora e il parco, rimessi a nuovo con i 5 milioni dei fondi Cariplo ottenuti dalla vecchia giunta di centrosinistra, stentano a trovare un futuro. Quantomeno sul piano della gestione.
Scartata del tutto l’ipotesi di una conduzione in house, ovvero affidata alle sole forze di Palazzo Cernezzi, si fa strada l’idea di una fondazione di partecipazione, modello giuridico snello che mette insieme pubblico e privato nel nome di una sburocratizzazione delle procedure. Giovedì sera la giunta del capoluogo ha approvato il nuovo studio di Struttura srl, la società che già nel maggio del 2017 aveva presentato al Comune di Como 4 possibili modelli di gestione di Villa Olmo. La strada, come detto, è tracciata. Ed è la strada che porta alla creazione di una fondazione di partecipazione.
La prossima settimana, sempre in giunta, sarà votata una delibera di indirizzo e la discussione passerà per competenza al consiglio comunale, dove saranno decisi i criteri per redigere statuto e regolamento della fondazione, ma anche le procedure per le richieste di finanziamento pubblico e privato.
“Le modifiche rispetto a quanto deciso dalla giunta Lucini sono importanti – dice l’assessore all’Urbanistica Marco Butti – d’ora in avanti il consiglio sarà protagonista delle scelte e ad esso ci rimettiamo per le valutazioni conclusive”. Questo significa, in prima battuta, un allungamento dei tempi non da poco. L’iter per istituire la fondazione non potrà durare meno di un anno. Se la delibera consiliare dovesse essere incardinata ad aprile, si potrebbe pensare credibilmente di avere la nuova fondazione alla fine del 2020. Il nuovo business plan prevede per il primo anno ricavi attorno a 1,4 milioni e spese superiori a 1,8 milioni. I bilanci dovrebbero chiudersi in perdita nei primi 4 anni per poi diventare virtuosi a partire dal quinto.
Non è previsto il biglietto d’ingresso, come già detto: si pagheranno soltanto le attività didattiche e complementari. Non è previsto nemmeno il ticket per il parco e l’orto botanico, a causa di irrisolvibili problemi di tipo pratico-logistico.