Macchine di fascia medio-alta, acquistate all’estero, soprattutto in Germania, e rivendute in Italia a prezzi inferiori fino al 10% rispetto a quelli di mercato. Un ribasso reso possibile evadendo l’Iva tramite un sistema di fatture false studiato da rivenditori che, di fatto, simulavano la vendita diretta all’acquirente finale evitando così di versare le imposte all’erario.
Un giro d’affari di circa 15 milioni di euro, con un’evasione da oltre 3 milioni di euro, ricostruito dalla guardia di finanza di Como grazie ad una complessa indagine sfociata questa mattina nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone accusate di emissione di fatture false e, in alcuni casi anche di irregolarità nella dichiarazione dei redditi. Le società coinvolte sono la S&B Auto, con sede legale a Milano e sede operativa a Porlezza, l’Officina S&B, con sede legale a Grandola ed Uniti e sede operativa a Carlazzo e la Lm Auto, con sede legale a Monza e attività a Guanzate.
Sono centinaia le macchine vendute dagli arrestati tra il 2015 e il 2017. Gli acquirenti erano soprattutto giovani italiani, in particolare frontalieri, residenti nella zona del medio Lario e del Porlezzese. Le auto vendute rientravano in una fascia di prezzo tra i 25mila e i 70mila euro, con picchi superiori a 100mila euro. Tra le macchine vendute una Porsche 911 S del 2017, valore di mercato superiore ai 124mila euro venduta a 117mila.
Gli arrestati simulavano la vendita diretta falsificando la fattura intestata correttamente dal venditore alle società coinvolte. La frode si era poi evoluta con la costituzione della Car Planet Sro, in Repubblica Ceca, una società solo virtuale utilizzata come schermo nel tentativo di scaricare su un gruppo di fatto inesistente la responsabilità dell’evasione dell’Iva.
L’operazione, coordinata dalla procura di Como, coinvolge anche la provincia di Pavia. I finanzieri della compagnia di Menaggio hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare e, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, stanno effettuando sequestri preventivi di beni agli indagati per 3 milioni di euro, pari al valore dell’Iva evasa.