“Un evidente caso irrisolto nella storia della città”, su cui si devono prendere decisioni “non affrettate”, facendo “prevalere l’idea programmatoria e progettuale complessiva (in esito a un processo) e non già opportunità finanziarie contingenti”. Sul futuro dell’area dell’ex Ticosa, interviene, con un documento ufficiale, l’Ordine degli architetti di Como. Il presidente Michele Pierpaoli ha infatti scritto nei giorni scorsi al sindaco Mario Landriscina con l’obiettivo esplicito di “fornire un sintetico contributo metodologico sull’argomento”. Due pagine intense nelle quali l’Ordine degli architetti non cita mai il progetto promosso da Officina Como ma, di fatto, ne smonta drasticamente molti presupposti. “Il ruolo dell’area ha un chiaro valore strategico: ingresso urbano, di facile accesso e limitrofo al centro storico, al comparto monumentale di Sant’Abbondio, alla sede universitaria di Giurisprudenza, al Parco della Spina Verde. Un’area di grande ampiezza e potenzialità e, in particolare, di pubblica disponibilità”, scrive Pierpaoli, nella quale dovranno avere un “ruolo preminente” appunto “le funzioni pubbliche insediabili, di forte valore contenutistico e simbolico. Tra queste funzioni non bisognerà trascurare il ruolo fondamentale che dovranno avere gli spazi pubblici aperti e le zone verdi”. Perché questo possa accadere, spiega ancora il presidente dell’Ordine degli architetti, sarà determinante “il ruolo” del Comune che dovrà essere “soggetto attivo e protagonista nella definizione delle scelte”. Niente pacchetti preconfezionati, insomma, né progetti già definiti. Piuttosto, idee da sviluppare e “da compiere attraverso un percorso di metodo” che possa portare a collocare il “progetto Ticosa” all’interno di un “quadro strategico urbanistico della Città”. Sicuramente, ciò che non potrebbe avere alcuna efficacia sono le scelte prese in fretta e furia. Meglio passare da “piani finanziari e gestionali che possano prevedere eventuali cooperazioni ideative ed economiche attraverso strumenti di pubblica evidenza, il tutto anche mediante la nascita di un eventuale organismo operativo ad hoc”. In sintesi: più tempo, più pubblico, più verde.
Ma sull’area Ticosa quanti progetti sono stati commissionati e pagati dalle amministrazioni precedenti al sindaco Lucini e quindi dalla collettività?
Un progetto che vada bene a tutti è lampante che non potrà mai essere realizzato.
Scommetto che l’area rimarrà così ancora per anni ed anni perchè ci sarà sempre qualcuno che ostacolerà qualsiasi progetto.
È chiaro che nessuno ha la volontà e la forza di assumersi un impegno la cui finalità è utilizzare al meglio un bene della collettività pagato e ripagato più volte dai cittadini di Como.