L’industria serica comasca torna a crescere e chiude il 2018 con un aumento di fatturato attorno al 3,5-4%. Emerge dall’analisi dei dati di Unindustria Como. I primi nove mesi dell’anno sono stati positivi, mentre nell’ultimo trimestre si è verificato un rallentamento. Gli unici a resistere sono stati gli accessori tessili femminili. La concorrenza interna al distretto è molto forte e il dato complessivo sintetizza dinamiche differenziate all’interno della filiera e tra le diverse merceologie. Il prodotto stampato ha continuato a godere dell’attenzione del mercato e del fattore moda, a discapito del tessuto tinto in filo o tinto in pezza. L’andamento delle vendite ha evidenziato una lieve riduzione rispetto all’anno precedente, a differenza di quanto è stato riscontrato per il fatturato. Nel 2018 ha pesato anche il prezzo della seta, che nella fase centrale dell’anno ha raggiunto il suo apice. In questo quadro complessivo, il tessuto per abbigliamento femminile rimane la componente più quotata e rappresenta i due terzi circa del fatturato serico. Sempre più usate le fibre chimiche continue, soprattutto il poliestere, in presenza di quotazioni del filo di seta poco stabili. La cravatteria ha mantenuto il livello del fatturato, seppur in presenza di una ulteriore riduzione dei volumi. Risultati positivi, come detto, anche nell’ultimo trimestre, per l’accessorio tessile femminile (foulards, scialli, sciarpe, stole, bandane). Più della metà di quanto prodotto viene destinato all’esportazione: per questo, le prospettive per i prossimi mesi sono condizionate dall’incertezza e dal rallentamento delle economie di alcuni importanti mercati esteri. “Non è una situazione facile, ma sappiamo presentarci sui mercati internazionali con una posizione di leadership che i produttori di abbigliamento moda ci riconoscono. – dichiara Andrea Taborelli, Presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como – A livello associativo vogliamo lavorare per valorizzare i punti di forza che ci hanno reso vincenti, ad esempio la formazione delle giovani leve e l’affermazione della tracciabilità, in modo da rendere il consumatore consapevole non solo del marchio, ma anche delle fasi produttive che concorrono alla realizzazione del prodotto, di cui noi siamo i protagonisti.”