A distanza di oltre dieci anni, la strage di Erba e i suoi protagonisti continuano a catturare l’attenzione dell’opinione pubblica. Il racconto della mattanza dell’11 dicembre 2006, nella corte di via Diaz, continua a riempiere pagine di libri e giornali e soprattutto ad essere oggetto di trasmissioni televisive.
Ieri, della strage si è occupata nuovamente la trasmissione di Italia1 Le Iene, con una puntata dedicata all’uccisione di Raffaella Castagna, del figlioletto Youssef, della mamma Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini. Per il massacro sono stati condannati in via definitiva i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Eppure, le teorie innocentiste o revisioniste non si sono mai fermate.
<La strage di Erba è uno degli anelli di una catena molto lunga di eventi, una catena che mostra il male quasi assoluto nelle persone comuni. Un’esplosione di rancore che è stata indagata e raccontata più volte>, dice Fausto Colombo, ordinario di Teoria e tecniche dei media nella facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica di Milano.
Chi della strage di Erba fece per primo una narrazione è stato lo scrittore e giornalista Pino Corrias, il quale nel 2007 pubblicò con Mondadori Vicini da morire. <Credo che ci sia, in questo momento e da parte di alcuni, una torsione di tutti gli elementi acclarati, dimostrati e raccontati in tre gradi di giudizio – dice Corrias – È pazzesco che si rimetta in dubbio un processo nel quale i due imputati sono rei confessi e il testimone oculare sopravvissuto ha riconosciuto in aula il suo aggressore> <La strage di Erba – aggiunge – resta in cima all’interesse mediatico per l’ostinazione della difesa, che fa il suo lavoro, ma anche per l’audience. Se mandi il caso in prima serata su una Tv nazionale smuovi molto>.
E sulle ultime rivelazioni andate in onda su Italia 1, Corrias è molto netto. <Il super testimone è una delle trovate più utilizzate dal genere poliziesco. Credo che sia stato allestito un teatro mediatico nell’interesse dell’audience. Rimettere in discussione il processo di Erba è un gigantesco gioco di prestigio, anche giornalisticamente molto discutibile. Con l’ostinazione si può ribaltare tutto. E la televisione è emotiva per definizione, è una macchina allucinatoria dominata dalla ridondanza>.