Il Tribunale ha accolto 5 dei 23 capi d’imputazione e, dopo la sentenza di primo grado, la procura di Como annuncia che impugnerà il pronunciamento. Ecco le prime dichiarazioni del procuratore capo della Repubblica Nicola Piacente. “Abbiamo una condanna parziale. L’architrave principale, quella da cui era nato questo procedimento sulla base della segnalazione dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, hanno retto al vaglio dibattimentale così come ha retto l’unica ipotesi di corruzione, seppure con derubricazione all’ipotesi meno grave. Per i reati ambientali invece c’è la dichiarazione di prescrizione, non un’assoluzione nel merito ma la constatazione di uno sbarramento temporale. Per una serie di altre contestazioni basate principalmente sull’erogazione di denaro a Sacaim, che si riteneva essere oggetto di falso per lo stato di avanzamento lavori, oltre che di truffa c’è un’assoluzione piena e tombale perché il fatto non sussiste. Pieno rispetto per quanto riguarda la determinazione assunta dal Tribunale, di cui si riconosce il grande lavoro di ricostruzione fatto durante un lungo processo. Premesso questo grande rispetto, a fronte delle argomentazioni che erano state rassegnate anche con memoria scritta in fase di requisitoria vi è una tendenziale intenzione della Procura della Repubblica a impugnare per quanto riguarda le prescrizioni e per i capi coperti da assoluzione perché il fatto non sussiste. Questo, salvo naturalmente la lettura delle motivazioni della sentenza e quindi di un successivo convincimento da parte nostra delle piene ragioni addotte dal tribunale a sostegno dell’assoluzione. Ci riserviamo, al momento della lettura delle motivazioni una decisione definitiva anche se l’intenzione tendenziale è quella di portarci davanti alla Corte d’Appello di Milano per una ulteriore verifica sulla fondatezza dei capi d’imputazione per i quali il tribunale ha ritenuto la prescrizione dei reati ambientali e l’infondatezza perché il fatto non sussiste”.