“La situazione delle cucine assegnate a Euroristorazione è drammatica rispetto al servizio offerto ai bambini ed alle bambine di serie B delle scuole sprovviste di cucine interne”. Sindacati all’attacco del Comune di Como. Al centro dello scontro il servizio esterno di ristorazione delle mense scolastiche. In una nota le rappresentanze sindacali scrivono: “L’assessore dimissionario (Amelia Locatelli) aveva assicurato l’assunzione del personale a tempo determinato e una qualità del servizio elevata. Purtroppo così non è stato – scrivono Cgil, Cisl, Uil e RSU – Il personale assunto da Euroristorazione con un orario ridotto rispetto a quello precedente (da 3 ore al giorno a 1 ora e mezza al giorno) non può svolgere le medesime mansioni nella metà del tempo e quindi ne risente la pulizia, l’igiene e la qualità del servizio”. Infine sui pasti trasportati per 40 chilometri prima di arrivare nelle mense delle scuole comunali, dicono: “Ci sono bambini di serie A e di serie B, tutti pagano lo stesso prezzo per un servizio che non è lo stesso. Chiediamo quindi all’amministrazione di attivarsi per verificare quanto si è impegnata a fare nel mese di marzo nell’accordo prefettizio; intraprendendo la strada del Centro Unico di Cottura, con una prospettiva di coinvolgimento del personale di Euroristorazione”. Sulla situazione delle mense scolastiche è intervenuta anche Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd. “Dopo che ho lottato con le unghie e con i denti in Commissione Politiche educative e in consiglio comunale affinché non venisse esternalizzato il servizio, voglio vederci chiaro – scrive Lissi in una nota – Perciò, ora, stiamo verificando quello che sta succedendo e le segnalazioni che sono pervenute. Non vogliamo dare per scontato nulla, ma qualcuno dovrà rispondere di tutto questo. Di una cosa, però, siamo certi: con il punto unico di cottura non sarebbe successo nulla”