Droga pagata in bitcoin, via al processo per le persone indagate dopo il sequestro di quasi 400 chili tra hashish e marijuana del gennaio scorso. Questa mattina, in tribunale a Como si è aperta l’udienza preliminare. Quattro le persone coinvolte, una delle quali dovrebbe definire un patteggiamento di quattro anni. Le altre posizioni restano da definire.
L’operazione “Nobilitas”, coordinata dalla Procura di Como ed eseguita dalla guardia di finanza di Ponte Chiasso aveva permesso di smantellare un imponente traffico internazionale di stupefacenti. Un fiume di droga che partiva dalla Spagna e che raggiungeva il Nord Italia, stoccata in un magazzino di Castronno, nel Varesotto, e poi ripartita tra Milano, Como, Varese e via via scendendo fino all’Emilia Romagna, a Bologna.
Nel corso delle indagini era anche emersa l’intenzione degli indagati di attivare un sistema di pagamento della droga che prevedeva l’utilizzo della moneta virtuale bitcoin per sfruttarne le caratteristiche in termini di anonimato e non tracciabilità.
Le forze dell’ordine, a Mozzate avevano fermato un camion in arrivo dalla Spagna e con a bordo un autista iberico di 44 anni. Sul mezzo pesante le fiamme gialle hanno scoperto 106 chili di marijuana. I finanzieri erano risaliti anche al magazzino dove il camion aveva fatto l’ultimo scalo, localizzato a Castronno. Lì i militari avevano sorpreso tre italiani intenti a suddividere lo stupefacente e avevano sequestrato altri 172 chili di marijuana, mentre su un furgone e su un fuoristrada ne erano stati stipati ulteriori 63 chili. Nelle case degli indagati erano stati trovati infine altri 30 chili di droga. La droga al dettaglio avrebbe fruttato 4 milioni di euro.