Nato sull’onda dell’emergenza dei profughi accampati alla stazione San Giovanni, nell’estate del 2016, l’Osservatorio per i diritti dei migranti di Como ha già assistito un migliaio di persone e, mentre traccia un primo bilancio dell’attività svolta, rilancia l’allarme per il rischio di un aumento degli stranieri senza fissa dimora nel capoluogo lariano dopo la chiusura del campo di via Regina.
Per il presidente dell’Osservatorio Antonio Lamarucciola sono oltre 200 al momento gli stranieri che sono stabilmente a Como ma senza un posto dove stare. Il problema maggiore, paradossalmente, riguarda chi si è visto riconoscere la domanda di protezione ed esce di fatto dal circuito della prima accoglienza, senza avere però reali alternative.
Como resta un punto di riferimento per moltissimi migranti decisi a lasciare l’Italia e raggiungere i Paesi del nord Europa e provano quindi a passare la dogana svizzera.
E proprio “Como porta d’Europa” è il titolo scelto dai responsabili dell’Osservatorio per un evento di formazione e informazione in programma venerdì 9 novembre per l’intera giornata a Villa Gallia. Un’occasione per presentare un’analisi dettagliata dell’assistenza offerta in questi oltre due anni di attività ma anche per riflettere sui flussi migratori, sulle nuove norme e sul tema dei minori non accompagnati. La partecipazione è libera e gratuita.