“L’utilità di un’opera simile non può essere valutata su un singolo episodio”.
Difende le paratie antiesondazione di Como Massimo Sertori, assessore regionale a Enti Locali e Montagna, dopo le critiche espresse dall’ambientalista comasca Elisabetta Patelli.
Sertori è valtellinese: ricorda bene l’alluvione del 1987, dal quale scaturì la Legge Valtellina, tramite la quale vennero finanziati alcune imponenti opere di difesa dal rischio idrogeologico, tra le quali le paratie antiesondazione di Como.
“Rispetto le opinioni di tutti – dice Sertori – ma voglio ricordare la funzionalità delle paratie si basa su calcoli di lungo periodo, sull’andamento storico del lago. Mi stupisce che si esprimano valutazioni alla luce di un singolo episodio.
Io – continua l’assessore – preferisco affidarmi a tecnici ed esperti che hanno studiato a fondo il fenomeno e hanno ritenuto opportuno difendere Como dalle esondazioni. Ricordo l’alluvione della Vatellina del 1987, so bene di cosa è capace la natura. Fiumi che sembravano innocui possono diventare molto pericolosi. Perciò, ripeto, mi piacerebbe che l’utilità di un’opera venisse confutata con tesi supportate da studi, dati tecnici e analitici, non da opinioni, pur legittime e rispettabili, ma sempre opinioni”.
“Mi stupisce che ancora si discuta dell’utilità delle paratie – aggiunge Alessandro Fermi, comasco, presidente del Consiglio regionale – L’andamento delle esondazioni non è determinabile e chi dice che il lago non esonderà compie un azzardo, sprovvisto di elementi tecnici. L’opera è uno strumento non solo di difesa della città, ma anche di regimazione delle acque del lago. Concludiamola quanto prima”.
Nella foto: Massimo Sertori sul cantiere delle paratie di Como