Il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini è intervenuto oggi sulla prossima chiusura del centro migranti di via Regina Teodolinda, a Como. Del resto era stato proprio Salvini ad annunciare, lo scorso giugno, in un incontro ufficiale in prefettura a Como, il cambio di visione riguardo l’accoglienza in città. Pochi giorni più tardi sarebbe stato il sottosegretario all’Interno, il canturino Nicola Molteni a confermare la chiusura del campo di via Regina entro la fine anno. «Chiuso il centro di accoglienza di Como: è la conferma che passiamo dalle parole ai fatti» ha dichiarato oggi il ministro della Lega. La struttura è completamente vuota. Gli ultimi dieci migranti che venivano ospitati nei container sono stati trasferiti.Il campo era stato aperto nell’estate di due anni fa per fare fronte a un’ondata straordinaria di migranti che stazionavano nei giardini della stazione di Como San Giovanni. Nel novembre 2016, il centro aveva fatto registrare il record di presenze con 371 ospiti, diventati 310 l’estate successiva. Da settembre, già su indicazione del Viminale, il numero di immigrati era stato via via ridotto, un primo passo verso la definitiva chiusura chiesta anche dalla giunta Landriscina e in particolare dal vicesindaco di Como, la parlamentare della Lega, Alessandra Locatelli. «Abbiamo dimostrato di saper mantenere la parola – ha commentato il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni – La chiusura del Centro di accoglienza di Como è una vittoria del governo e della Lega, vittoria resa possibile anche dalla drastica diminuzione degli sbarchi: meno 90 mila arrivi rispetto all’anno scorso. Si sono ridotte anche le riammissioni dalla Svizzera – ha aggiunto Molteni – La nostra attenzione per Como non finisce qui, visto che abbiamo appena confermato l’arrivo di 10 nuovi poliziotti. Siamo coerenti e orgoglioso del lavoro fatto in soli cinque mesi di governo».
Dalle parole ai fatti, dice il Salvini Matteo.
Come questi, per esempio?
Sei mesi fa (governo Gentiloni) lo spread italiano era a 117, qullo greco a 330;
oggi, col governo di Salvini, lo spread italiano è a 310, quello greco a 339.
Fatti incontestabili.
Non soggetti a propaganda.
Basta, mi fermo, è meglio.