<Mio marito è stato cremato il 3 o 4 ottobre a Biella. Ci hanno restituito un’urna ma alla luce di quello che è accaduto mi chiedo se davvero mi abbiano consegnato le ceneri di mio marito. Voglio sapere come stanno davvero le cose, mi sono già rivolta a un legale>.
Dramma nel dramma per una donna comasca rimasta vedova solo poche settimane fa e costretta ora, oltre al lutto, a dover affrontare anche il problema dei dubbi sulla cremazione del marito dopo lo scandalo che ha travolto il forno di Biella. Due persone, responsabili dell’impianto sono state arrestate e l’impianto è stato sequestrato. Gli inquirenti sospettano gravi irregolarità nella gestione delle cremazioni e si ipotizza addirittura che le ceneri siano state confuse, mischiate o addirittura gettate tra i rifiuti.
L’impianto crematorio di Como, come è noto non funziona da anni e tra gli impianti utilizzati dalle imprese di pompe funebri lariane c’è quello di Biella. Sono numerosi quindi i comaschi che potrebbero essere loro malgrado nella stessa situazione della donna che già si è rivolta a un legale. A Biella tra l’altro è già stata avviata una class action per l’eventuale richiesta collettiva di danni.
<Noi ci siamo affidati a un’impresa di pompe funebri comasche, nella quale abbiamo piena fiducia e che tra gli impianti disponibili si è rivolta a quello di Biella – dice la donna comasca – Alla luce dell’indagine ovviamente siamo molto preoccupati. Il periodo sotto inchiesta è quello dal 20 settembre al 26 ottobre, quindi proprio quello in cui è mancato mio marito. E’ nostro diritto sapere cosa sia accaduto>.