Appalti e paratie di Como, maxiprocesso su presunte irregolarità: prima giornata dedicata alle difese.
La procura di Como aveva invocato la scorsa settimana fino a 40 anni complessivi di pena per i 12 imputati.
L’avvocato Davide Steccanella ha difeso il legale di palazzo Cernezzi Maria Antonietta Marciano. “Zero tangenti, zero euro rimasti attaccati all’uno o all’altro, zero interessi personali, niente di tutto questo – ha detto l’avvocato – In tre anni di indagine l’accusa non ha trovato nelle tasche degli imputati un solo euro. Vuol dire che quelle che avete davanti sono persone per bene”.
“Il mio assistito non ha preso tangenti e non ha dato tangenti”, ha poi fatto eco l’avvocato Simone Gatto, che assieme alla collega Graziella Foti ha rappresentato in aula l’imprenditore Giovanni Foti.
Gli avvocati Anna Maria Restuccia e Domenico Raschellà hanno poi difeso Ciro Di Bartolo, funzionario del comune “Non c’è alcuna responsabilità penale – hanno detto – ha svolto disposizioni che gli venivano date”. La giornata era stata aperta dall’avvocato Giuseppe Oneglia, piemontese come il proprio assistito, l’ingegnere Virgilio Anselmo, che avrebbe dovuto svolgere l’incarico per conto del Comune di Como proprio sulla rete fognaria. “Era semplicemente la persona più competente che già conosceva le problematiche del cantiere – ha detto – Una professionalità che a palazzo Cernezzi non era presente”.