Condanne complessive per oltre quarant’anni, da un massimo di 9 anni a un minimo di uno e mezzo. Il conto presentato dall’accusa agli imputati nel maxi processo per presunte irregolarità nella gestione del cantiere delle paratie e di altre opere pubbliche è pesantissimo. Al termine di una requisitoria che, nell’arco di due udienze, si è protratta per circa dodici ore, il sostituto procuratore Pasquale Addesso ha chiesto alla corte di condannare tutti i dodici imputati coinvolti nel procedimento.
E lo ha fatto chiedendo pene severe. La richiesta di condanna più pesante è per l’ex dirigente del settore Reti del Comune di Como Pietro Gilardoni, per il quale Addesso ha invocato una condanna a 9 anni e 6 mesi di reclusione. Mano pesante anche per Antonio Viola e Antonio Ferro, per i quali l’accusa ha chiesto rispettivamente 6 e 7 anni. Analoga invece la richiesta di condanna per i due ex sindaci di Como sul banco degli imputati, Stefano Bruni e Mario Lucini. Pasquale Addesso ha chiesto 3 anni per ciascuno.
Richieste di condanne anche per tutti gli altri imputati: 1 anno e 6 mesi per Virgilio Anselmo, 2 anni e 6 mesi per l’imprenditore Giovanni Foti e l’ex legale del Comune Maria Antonietta Marciano, 2 anni e 10 mesi per Graziano Maggio di Sacaim, l’azienda che si era aggiudicata i lavori, 2 anni e 6 mesi per Antonella Petrocelli, ex segretario del Comune e un anno e 6 mesi per Ciro Di Bartolo. A queste richieste si aggiungono in molti casi anche pene pecuniarie, 8mila euro per Ferro e Viola, 90mila per Bruni e 125mila per Sacaim.
<Gli imputati hanno ripetuto come un mantra la frase “lo abbiamo fatto per la città di Como, per finire finalmente quest’opera” – ha detto Pasquale Addesso – Questo non è un alibi. L’interesse pubblico è fissato dalle norme, pensate per tutelare la collettività. L’interesse pubblico non è l’interesse politico e non si può ottenere violando le leggi>.
Si torna in aula il prossimo 24 ottobre, per ascoltare le difese degli imputati. La sentenza è prevista entro Natale.