Quota cento: cento “punti”, tra età anagrafica – con un minimo di 62 anni – ed età contributiva, per raggiungere l’agognata pensione. È la ricetta del governo gialloverde per oltrepassare la legge Fornero.
C’è chi inizia a fare i conti e chiede informazioni pratiche.
Quota 100 quindi permetterà di ritirarsi dal lavoro con circa 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, per la quale nel 2019 l’età pensionabile sarà aumentata a 67 anni. “Tanti hanno cominciato a chiamarci per avere dettagli e per chiederci di realizzare delle proiezioni – spiega Salvatore Monteduro, segretario della Uil del Lario – Bisognerà attendere la versione definitiva della legge di bilancio e le successive circolari applicative dell’Inps. Questo perché ci son ancora dei nodi da risolvere: contribuzione figurativa, gestioni separate, lavori usuranti, solamente per fare qualche esempio”.
Il nuovo sistema dovrebbe dunque scattare da febbraio, quando cioè i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti richiesti potranno inviare la richiesta all’Inps. Ma per lasciare i rispettivi posti di lavoro bisognerà attendere le cosiddette “finestre di uscita”’ che scatteranno ogni trimestre. Si partirà da aprile 2019, poi luglio, ottobre e gennaio 2020. “Abbiamo già ricevuto alcune richieste – aggiunge Mauro Girola direttore provinciale del patronato Inca Cgil – Le persone sono interessate a capire, in prospettiva futura, se rientrano nei parametri di quota 100. Ma allo stato attuale dei fatti è difficile dare una risposta completa. A livello generale la riforma ha degli aspetti positivi, come l’aumento della flessibilità in uscita ma esistono anche dei dubbi sulle risorse finanziarie necessarie a coprire questa manovra”.