Entrambi senza una tessera di partito in tasca. Ma con una lunga esperienza politica alle spalle. Fiorenzo Bongiasca e Pierluigi Mascetti hanno un obiettivo: fare breccia tra sindaci e amministratori locali, perché l’elettorato che potrebbe far vincere loro le elezioni provinciali è composto da chi governa o sta all’opposizione nei Comuni. Sindaci e consiglieri, appunto, che il 31 ottobre prossimo saranno chiamati a votare nel seggio di Villa Saporiti per scegliere il successore di Maria Rita Livio sulla poltrona più alta della Provincia.
Fiorenzo Bongiasca e Pierluigi Mascetti guidano da molti anni le giunte di Gravedona e San Fermo. Entrambi sono riusciti a convincere i loro concittadini a dire sì a una fusione. E sicuramente conoscono le tante insidie che si nascondono dietro l’incarico a Villa Saporiti. Bongiasca, peraltro, è da quattro anni il vice di Livio e ha quindi un quadro molto chiaro della situazione. «Questo voto riguarda più il territorio dei partiti – dice – si esprimono gli amministratori e quindi le scelte esulano dalle questioni di bandiera». Anche per questo il sindaco di Gravedona ed Uniti propone sé stesso come «candidato civico», pur sapendo che i suoi voti arriveranno in buona parte dal centrosinistra. Oggi Bongiasca non è iscritto ad alcun partito, così come Mascetti che però non nasconde di voler rappresentare il centrodestra. «I partiti della coalizione mi hanno proposto la candidatura in ragione, credo, della mia ampia esperienza di sindaco. Sono quindi il candidato del centrodestra, anche se non aderisco formalmente a un partito».
Il sindaco di San Fermo, allo stesso modo del suo avversario, parla in prima battuta della necessità di «ascoltare gli amministratori locali». Dai quali si aspetta una massiccia partecipazione al voto, nonostante il giorno feriale scelto per l’apertura delle urne. «È ovvio che le elezioni di mercoledì possono penalizzare non tanto l’uno o l’altro candidato, quanto in qualche modo la partecipazione. Mi auguro tuttavia che molti decidano di votare, perché per un consigliere comunale è un dovere, oltre che un diritto, decidere sul futuro della Provincia». “Se si deciderà che le Province debbano continuare a esistere, – conclude Mascetti – si dovrà uscire dal limbo e tornare al voto popolare, dando peso più forte a un’elezione diretta».