Otto gennaio 2008. Era un martedì. L’Italia era campione del mondo di calcio in carica. Romano Prodi era il presidente del consiglio, Stefano Bruni il sindaco di Como. Obama non era ancora presidente degli Stati Uniti d’America, ma lo sarebbe diventato entro l’anno.
E i comaschi, per la cronaca, avevano ancora un lungolago.
Quell’otto gennaio 2008 venne consegnato il cantiere delle paratie.
I lavori sarebbero dovuti durare tre anni e costare 15 milioni di euro. Sono passati più di dieci anni, due sindaci e la fine dell’opera, ancora è un’incognita.
L’unico dato certo sono i costi, più che raddoppiati. Tra ritardi, fermi cantiere, muri da ricostruire e vicissitudini varie, il mini-mose di Como costerà più di 30 milioni di euro. Senza poi dimenticare che l’opera è oggetto di un processo in corso in tribunale a Como.
E nel frattempo, uno studente di quinta elementare non ha mai visto il lungolago di Como libero da impalcature e cantieri.