Il tentato omicidio a poca distanza da piazza Garibaldi, a Cantù. Altri otto mesi di condanna in continuazione per la ricettazione del fucile a canne mozze, mai ritrovato, con cui sparò a un barista. Di nuovo protagonista in aula ieri mattina Antonio Manno, il 23enne accusato del tentato omicidio di un 27enne, ferito con un fucile a canne mozze la notte tra il 3 e il 4 agosto del 2016. L’imputato aveva già risposto del tentato omicidio e del porto abusivo di arma da fuoco, rimediando in primo grado 12 anni di carcere in Abbreviato. Rimaneva l’accusa di ricettazione che è stata definita ieri mattina.
Il barista era stato colpito al viso e all’addome. Per giorni era rimasto tra la vita e la morte e solo un mese dopo la sparatoria era stato dichiarato fuori pericolo, seppur con importanti lesioni. Il litigio era nato per questioni sentimentali. Il 27enne infatti stato accusato da Manno di aver insidiato la sua fidanzata. Un affronto pubblico che il 23enne non poteva sopportare. Da qui l’arrivo con il fucile, il primo colpo all’addome e il secondo al volto con la vittima già stesa a terra.