“Sono prete da 25 anni e non ho mai negato i sacramenti”. Don Angelo Fontana, parroco di Lurate Caccivio, vuole spiegare la sua idea, che ha fatto discutere in tutta Italia. “Un gioco per responsabilizzare i ragazzi”, dice.
Il gioco è una tessera con i timbri per la frequenza alle messe e alle lezioni di catechismo: qualcuno l’ha definita una “carta fedeltà della parrocchia”, e la notizia – dopo essere rimbalzata sui social network – è finita anche sui giornali nazionali.
Polemiche che il parroco del paese certo non avrebbe immaginato di innescare.
“In realtà – spiega don Angelo – si tratta di un’idea per accompagnare i ragazzi nel cammino di iniziazione cristiana, che porta poi a ricevere i sacramenti. Una tessera “birichina”, l’ho chiamata, perché i ragazzi – spiega il parroco – la prendono quasi come se fosse un gioco: corrono da me per farmi timbrare. Ma al tempo stesso, per loro, è anche un monito: quando vedono le caselle bianche evidentemente si accorgono di non aver fatto le tappe di questi cammino. E’ un metodo per responsabilizzare loro, in primis, e poi anche le famiglie, chiamate ad accompagnare i ragazzi in questo percorso”.
L’iniziativa, come detto, è stata rilanciata sulla rete come una sorta di “tessera fedeltà” della parrocchia: al di là di interpretazioni più o meno corrette, resta da capire cosa accade ai ragazzi della parrocchia con la tessera in bianco.
“Sono prete da 25 anni – risponde don Angelo – e non ho mai negato i sacramenti. Si valuta caso per caso, ma serve anche un po’ di buonsenso: se un alunno salta tutte le lezioni di una materia, come può pensare di aver imparato qualcosa?”
L’avvicinamento alla fede, aggiunge il parroco, deve essere una scelta accompagnata e convinta, non una convenzione. “Polemiche e scalpore – conclude don Angelo – nascono dal fatto che, sfortuna nostra, è diventato un caso mediatico. Ognuno è libero di apprezzare o meno l’iniziativa, ma è un modo essere consapevoli di un camino di fede”.
La lettera di accompagnamento alla tessera consegnata ai ragazzi utilizza in realtà termini ben più perentori rispetto alle parole di don Angelo Fontana.
“Questa tessera – si legge – ti aiuta a verificare la fedeltà a Gesù e a prendere con serietà tu con i tuoi genitori il cammino di iniziazione cristiana che avete scelto di intraprendere in questo anno. Ricordo che se non ci sono i due terzi delle presenze – ha scritto ancora il parroco – non sarà possibile accedere al cammino dell’anno successivo”.
Una sorta di bocciatura scolastica, insomma. Nelle istruzioni viene anche precisato che qualora il parrocchiano partecipasse alla messa al di fuori di Lurate Caccivio dovrà chiedere al celebrante di mettere una sigla nell’apposita casella, oppure portare alla catechista il foglio della santa messa.