È partita da poche settimane in diverse città italiane la sperimentazione del taser, la pistola elettrica in dotazione agli agenti di polizia da utilizzare in situazioni di possibile pericolo per immobilizzare l’aggressore. Secondo il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, oggi in visita al Bassone di Como, “È necessario dotare anche la Polizia Penitenziaria di ulteriori strumenti di difesa e di un’adeguata formazione alla difesa personale. Dopo l’esordio positivo della sperimentazione del Taser messo in dotazione alla Polizia di Stato, – dice Molteni – è legittimo prevederne l’utilizzo sperimentale, in casi di necessità, anche per la Polizia Penitenziaria. Si tratta di un mezzo di deterrenza che può avere effetto preventivo ed è efficace anche per ridurre i rischi per l’incolumità degli agenti nell’affrontare aggressioni, impedendo la colluttazione fisica. Il carcere comasco, – prosegue il Sottosegretario – è ben inserito nella comunità e ben organizzato, ma 435 detenuti è un numero eccedente rispetto ai posti regolamentari”. Il problema saliente, posto in evidenza da Molteni, riguarda la massiccia presenza di detenuti di origine straniera. “Si tratta di oltre la metà, – spiega – con le conseguenti difficoltà su cui bisognerà aprire una riflessione a livello governativo. Sarà inoltre nostro impegno – conclude Molteni – trovare una soluzione per l’impiego dell’ampia aula bunker, inutilizzata da anni, per attività connesse a quelle carcerarie”.