La polemica sulla chiusura del centro di accoglienza di via Regina finisce tra i banchi delle Chiese. Sabato l’appello della Caritas e sottoscritto da numerosi enti e associazioni, che contesta una “decisione presa senza alcun coinvolgimento di chi in questi due anni ha collaborato con persone e mezzi per rendere più umana la vita al Campo”. Ieri il messaggio è stato ribadito al termine di ogni messa domenicale, in tutte le parrocchie della provincia di Como, e ricalca quanto ribadito nella nota diffusa sabato dalla Caritas.
“In questi giorni le istituzioni nazionali hanno comunicato improvvisamente la volontà di chiudere il centro accoglienza migranti di via Regina a Como poiché si dice: non sussistono più le esigenze di interesse pubblico”, si legge nel messaggio a firma di don Fabio Fornera, vicario episcopale per la pastorale: “In realtà sappiamo bene che i migranti e i poveri non spariranno dall’oggi al domani, essendo la nostra città un luogo di frontiera”. Il clima resta teso. La linea del governo è chiara: non sussistono più, oggi, le esigenze di interesse pubblico presenti al momento dell’attivazione del centro di accoglienza, per questo va chiuso entro l’anno. Dall’altra è il mondo cattolico a esprimere il proprio disappunto sulla decisione del Viminale, chiedendo che il campo di via Regina rimanga in funzione. “Non si può continuare a dirsi cattolici e venire contraddetti dalle nostre esplicite scelte. Come Chiesa non possiamo tacere – si legge ancora nel messaggio comunicato ieri ai fedeli – È l’occasione adeguata per invitare tutti ad approfondire il messaggio di S. Abbondio del vescovo Oscar Cantoni e la lettera aperta della Caritas Diocesana”.
e’ vergognoso che un fedele che partecipa ad una funzione religiosa debba essere costretto a perder tempo nel sentire propaganda politica! PER FORTUNA NELLA MIA PARROCCHIA HA PREVALSO IL BUON SENSO DEL
CELEBRANTE; nel caso contrario,essendo finita la santa messa,sarei uscito dalla chiesa senza indugio.
MI SCUSO MA NON TOLLERO CHE IN CHIESA SI FACCIA POLITICA.