<Non riteniamo giustificata la chiusura del campo per i migranti di via Regina, siamo sconcertati. I fatti di questi giorni hanno messo alla prova la fiducia nelle istituzioni>. La Caritas rompe il silenzio dopo l’annuncio dello smantellamento, entro fine anno, del centro di accoglienza di Como. In un appello, sottoscritto da numerosi enti e associazioni, contesta una <decisione presa senza alcun coinvolgimento di chi in questi due anni ha collaborato con persone e mezzi per rendere più umana la vita al Campo>.
Con o senza campo, per la Caritas, <considerata la collocazione geografica di Como continuerà l’arrivo di migranti>. <Negli ultimi due anni dalla città sono transitati circa 60mila richiedenti asilo e il centro di via Regina ha accolto quasi 8mila persone fra le quali oltre un migliaio di minori non accompagnati>, ricorda la Caritas.
<I migranti continuano ad arrivare – continua la lettera – e senza un reale impegno globale all’accompagnamento umano dei flussi, in un luogo di frontiera come il nostro è logico che i passaggi non siano destinati a esaurirsi>.
Quindi l’appello, accompagnato da un attacco polemico. <Il centro è stato e può essere una risorsa per il territorio pur conservando la sua temporaneità – scrivono i vertici della Caritas – Riteniamo ipocrita sfruttare le competenze di cittadini, associazioni e volontari, quando serve. Per poi ignorarli e non interpellarli e non ascoltarli prima di operare scelte che intaccano la vivibilità della stessa città>. <Il Campo può restare e diventare risposta a tante altre forme di povertà presenti in città, legate al fenomeno migratorio e non solo, e per le quali le istituzioni stanno sempre più delegando al solo Terzo Settore la gestione ordinaria e straordinaria>.
La Caritas ricorda l’appello ad <imparare a vedere l’altro> fatto dal vescovo di Como monsignor Oscar Cantoni in occasione di Sant’Abbondio. <Chiediamo alle istituzioni di non vanificare le collaborazioni fin qui maturate – è la chiusura della lettera – Chiediamo che il Campo Cappelletti continui a svolgere il suo servizio e che sia sempre desta l’attenzione a tutti i bisogni della città e di chi la vive>.