Rimproveri, minacce e anche violenze fisiche se si allontanavano dalla loro “postazione”, si intrattenevano troppo con i clienti o se i guadagni non erano in linea con le aspettative dei protettori. Sono una trentina le prostitute, in gran parte albanesi, che erano agli ordini delle 23 persone arrestate nelle scorse ore dagli agenti della Squadra Mobile della polizia di Milano con l’accusa di sfruttamento aggravato della prostituzione.
I destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, 22 uomini, tutti di nazionalità albanese e una donna romena sono residenti tra le province di Como e Monza Brianza. Le ragazze che secondo l’accusa venivano sfruttate dagli indagati si prostituivano nelle zone di Arosio, Lentate sul Seveso, Bregnano, Cermenate, Figino Serenza, Vertemate con Minoprio e Mariano Comense. Le donne, oltre che albanesi di nazionalità bulgara, moldava, polacca, romena e ungherese, al momento non hanno formulato alcuna accusa nei confronti delle persone denunciate.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Como. Secondo quanto ricostruito dalla polizia tramite appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche, ciascuno degli indagati sfruttava una o più ragazze. Due controllavano le prostitute anche dal carcere.
Gli sfruttatori accompagnavano le ragazze nelle loro postazioni sulla strada o dai clienti, le controllavano con continue telefonate, le istruivano su cine adescare il maggior numero di clienti e requisivano i soldi incassati dalle prostitute. Gli sfruttatori, per gli inquirenti non esitavano ad utilizzare la violenza fisica nei confronti delle ragazze, oltre a minacciarle e rimproverarle se non rispondevano alle attese, costringendole a prostituirsi anche quando non stavano bene.
Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, alcuni risultano latitanti, mentre tre sono accusati anche di detenzione di un’arma. I poliziotti hanno sequestrato circa 25mila euro durante l’operazione.
A prescindere dai riti voodoo, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali ed ad una certa tarda ora di notte, per non dire di osservare le stesse professioniste con uno smartphone in mano ed anche un’autovettura a disposizione. La risposta a tutto questo è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.