Il tesoro scoperto in via Diaz, nelle fondamenta dell’ex teatro Cressoni, è stato indicato dagli esperti come <una scoperta eccezionale>. E potrebbe diventare il cuore di un percorso tra i numerosi reperti e siti archeologici del capoluogo. La mappa conta almeno una decina di punti di interesse, alcuni dei quali al momento inaccessibili.
Tra i siti più conosciuti le terme di viale Lecco, un complesso di età imperiale valorizzato nell’ambito dei lavori di costruzione dell’autosilo del Valduce. Sotto gli occhi di tutti, eppure spesso non considerate, le otto colonne d’ordine corinzio del liceo Volta, in via Cesare Cantù, sono un tesoro che secondo gli esperti potrebbe provenire dal battistero di San Giovanni in Atrio.
La cinta muraria della città di Como, dell’epoca di Cesare, è stata in gran parte distrutta nel Medioevo. Restano alcuni frammenti in via Cinque Giornate e accanto alla Porta Pretoria. In via Perti era stato trovato invece un mosaico pavimentale ora esposto al museo Giovio. Nello stesso museo è possibile ammirare anche il lapidario con 82 reperti.
Sono inaccessibili invece le strutture risalenti al primo secolo avanti Cristo rinvenute nell’area di via Benzi, sotto la sede del Pirellino. Stessa situazione per l’anfiteatro romano di via Vitani, del quale sono stati individuati solo alcuni tratti murari sotterranei. Non è visibile neppure il porto antico di piazza Cacciatori delle Alpi, con tre murature a quattro metri di profondità.
La valorizzazione del tesoro scoperto la scorsa settimana, monete d’oro risalenti al quinto secolo, perfettamente conservate, potrebbe portare alla nascita di un progetto generale di rilancio dei musei e di tutti i siti archeologici del capoluogo.