“Il ritrovamento è di notevole importanza: un simile quantitativo di oro poteva essere la paga annuale di 10-15 legionari”.
In attesa che lunedì la Soprintendenza dei Beni Archeologici sveli i dettagli del “tesoro di Como”, Giancarlo Frigerio, presidente della Società Archeologica Comense, spiega l’importanza della scoperta di mercoledì scorso.
La notizia ha fatto il giro d’Italia: trecento monete in oro zecchino di epoca romana trovate negli scavi dell’ex teatro Cressoni, in via Diaz, a Como.
E’ il più grande quantitativo di monete d’oro romane mai ritrovato in Italia. Una scoperta commentata con entusiasmo anche da Alberto Bonisoli, ministro dei Beni Culturali.
“Un ritrovamento di notevole importanza – commenta Frigerio – in Canton Ticino, ad esempio, hanno trovato 4.800 monete. Ma erano di bronzo, non d’oro. Questo capitale equivale alla paga annuale di 15 legionari. Il periodo è quarto o quinto secolo, ma solamente lo studio della Soprintendenza potrà datare più precisamente i reperti. Fino ad oggi sono state analizzate 27 monete, che verranno presentate lunedì”.
Il tesoro di Como, secondo quanto anticipato dal Corriere di Como, rimarrà in città, in un museo.
“Potrebbe fornire l’occasione per organizzare una mostra importante sulla Como romana – conclude Frigerio – una parte fondamentale della città romana è ancora sepolta, e probabilmente lo rimarrà a causa dell’acqua. Ma questo ritrovamento conferma, ancora una volta, come questa fosse una città molto importante in quel periodo storico: da qui si controllava l’accesso alla valle del Reno”.