Se non decisivo, l’incontro di domani è senza dubbio importante per iniziare a delineare il futuro di Campione d’Italia.
Un paese, una comunità che sta attraversando una crisi mai conosciuta prima: il Comune ha dichiarato il dissesto finanziario, e il Casinò – principale nonché quasi esclusiva fonte di reddito dei campionesi – è chiuso da fine luglio, dopo la dichiarazione di fallimento della società che lo gestiva.
Un mese di manifestazioni, cortei, proteste, picchetti, slogan. Il Casinò, da solo, dava lavoro a circa 500 persone. In Comune è stato annunciato un taglio di 86 dipendenti su 102.
Questa è la situazione. Drammatica. E domani, in Prefettura a Como, si riunirà un tavolo che vedrà la presenza di un tecnico del Governo, che dovrà acquisire ogni elemento utile per definire un piano di intervento per Campione. All’ordine del giorno, ovviamente, la riapertura del Casinò, unica fonte di sostentamento della comunità campionese.
Proprio in vista dell’incontro di domani, i sindacati hanno formalmente avanzato due richieste. La prima: al tavolo si dovranno sedere anche i curatori fallimentari della società che gestiva il casinò. “Sarebbe opportuno e necessario che i Curatori Fallimentari partecipassero all’incontro ritenendo la loro posizione utile a spiegare l’impasse giuridico che limita l’esercizio provvisorio, ancorché per rendere edotto il Governo della peculiarità della realtà Campionese e delle necessità della curatela”, scrivono i sindacati.
Che, in una seconda lettera, chiedono un’altra presenza: quella del consulente del lavoro scelto dai curatori fallimentari. Una figura, concludono i sindacati, necessaria per “spiegare quali siano i tempi massimi della sospensiva del rapporto di lavoro per i dipendenti del Casinò di Campione, quali ammortizzatori siano fruibili in costanza di procedura fallimentare e quali siano le possibili alternative”.