Un test di controllo in più sui donatori per scongiurare il rischio di contagio del virus della febbre del Nilo, che si è diffuso ormai in tutta la Lombardia. La malattia, trasmessa da una zanzara, è stata accertata anche nel comasco, con un primo paziente, un uomo di 71 anni di Carugo, ricoverato all’ospedale Valduce.
“Nessun rischio per le donazioni di sangue in Lombardia”, assicura Oscar Bianchi, presidente dell’Avis Regionale Lombardia. “In qualche caso – dice ancora – proprio dalle analisi sul sangue donato si è potuta individuare la presenza della Febbre del Nilo e intervenire con celerità”.
Per scongiurare il rischio di utilizzare sangue infettato dal virus, in Lombardia come in altre regioni nelle quali sono stati accertati casi su tutti i donatori viene effettuato il Nat, un test specifico che permette di rilevare la presenza del West Nile Virus e di evitare così la trasmissione dell’infezione tramite la trasfusione.
“Tutti i donatori e le donatrici verranno sottoposti al Test NAT – fanno sapere dall’Avis – Potranno quindi comunque donare e verrà loro prelevata una piccola provetta per il Test. Non occorre preoccuparsi e nemmeno autosospendersi”.
In caso di esito positivo del test ovviamente il donatore viene sospeso. La West Nile è una malattia il cui contagio avviene tramite la puntura della zanzara comune e i serbatoi di infezione sono gli uccelli migratori e gli animali domestici, nei cui corpi il virus può persistere da alcuni giorni a qualche mese.
Già nella seconda metà di giugno, i laboratori della rete trasfusionale hanno predisposto apparecchiature e materiali necessari per l’esecuzione del test in caso di necessità.