L’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione non ha chiuso la pratica legata all’opera di Daniel Libeskind installata sulla diga foranea. La domanda attorno alla quale ruotano gli accertamenti è la legittimità della decisione del Comune di Como di concedere a un privato l’opportunità di sfruttare l’immagine pubblica a fini commerciali.
Alla fine di giugno, l’Anac ha inviato al Comune di Como una nuova serie di contestazioni e di richieste di chiarimento relative al progetto di The Life Electric. Le osservazioni di Anac e le risposte dei dirigenti comunali non sono state rese note. L’ufficio stampa dell’Autorità Nazionale ha confermato l’invio degli atti e ha spiegato i motivi della mancata pubblicazione sul sito Internet dell’istituzione. Non si tratta di pronunciamenti ufficiali ma di scambio di corrispondenza in fase istruttoria, Anche il Comune ha negato l’accesso alla stampa, adducendo sostanzialmente gli stessi motivi.
Da quanto è stato possibile ricostruire, le contestazioni di Anac sarebbero innanzitutto di carattere procedurale. Metterebbero cioè in risalto la possibile inefficacia di un contratto basato su uno scambio «impossibile» per un ente locale. Ovvero, la realizzazione di un’opera pubblica in cambio dello sfruttamento «non quantificato» di immagine da parte del privato attuatore della stessa opera.
Rilievi, poi, sarebbero stati mossi anche sulla validità di un progetto realizzato interamente da terzi per conto dell’amministrazione comunale. Altro punto significativo, riguarda la partecipazione al bando di un solo e unico concorrente.
Le prime mosse di Anac sul monumento di Libeskind risalgono al settembre dello scorso anno quando i dirigenti dell’Anticorruzione avevano scritto a Palazzo Cernezzi facendo una richiesta di documentazione. A gennaio di quest’anno, due dirigenti di Palazzo Cernezzi sono stati convocati a Roma. Ora il nuovo supplemento di un fascicolo non ancora chiuso.