E’ partito da Como solo un mese fa per un nuovo incarico a Roma e già l’ex prefetto Bruno Corda si trova a gestire una situazione delicata e ad alta tensione, la vicenda della nave Diciotti, il pattugliatore della guardia di finanza fermo nel porto di Catania da lunedì scorso con 150 profughi a bordo che il ministro dell’Interno Matteo Salvini non vuole far sbarcare in Italia.
La vicenda sta creando tensioni anche con l’Europa e il caso è diventato anche giudiziario. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, ha aperto un fascicolo contro ignoti per sequestro di persona e arresto illegale, oltre a valutare altri possibili capi di imputazione.
In queste ore, nell’ambito dell’inchiesta il procuratore è volato a Roma per incontrare i funzionari del Viminale che si sono occupati della vicenda. Il capo della procura siciliana ha deciso di sentire come persone informate sui fatti il prefetto Gerarda Pantalone, capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, e il suo vice Bruno Corda, che dalla prefettura di via Volta, a Como, è partito il 23 luglio scorso proprio per andare a rivestire il nuovo incarico. Un ruolo delicato, per il quale è stato scelto anche in virtù del lavoro fatto a Como in tema di immigrazione. Proprio Bruno Corda infatti aveva gestito l’emergenza dei migranti accampati a decine nel prato davanti alla stazione San Giovanni, nell’estate di due anni fa, caso sfociato poi nell’apertura del centro migranti di via Regina Teodolinda.