Ha deciso di non rispondere alle domande del giudice il medico di 47 anni della zona di Porlezza accusato di sette presunti episodi di violenza sessuale su pazienti visitate negli studi medici della zona. L’inchiesta era partita nel novembre scorso dalla denuncia di una donna, che si è rivolta ai carabinieri della compagnia di Menaggio e ha spiegato di essere stata visitata nelle parti intime dal medico. Una sorta di visita ginecologica che non sarebbe stata necessaria, secondo l’accusa, una violenza sessuale, appunto.
Il medico è agli arresti domiciliari dal 17 agosto scorso. Oggi era in programma l’interrogatorio e il professionista, assistito dal legale Roberto Rallo, si è presentato in Tribunale a Como ma ha solo comunicato di volersi avvalere della facoltà di non rispondere. Poche parole anche dal legale: «Non abbiamo nulla da dire in questo momento – ha commentato Rallo – Attendiamo lo sviluppo delle indagini difensive che faremo a breve».
L’ordinanza di custodia cautelare, arresti domiciliari, è stata chiesta e ottenuta sulla base delle indagini dei carabinieri di Menaggio che, dopo la denuncia della prima donna, hanno accertato almeno altri sei casi di presunte violenze compiute con modalità analoghe dal medico.
<L’ordine dei medici non è entrato nel merito della vicenda – precisa il presidente dell’ordine di Como, Gianluigi Spata – Come previsto dal nostro ordinamento però, non appena c’è stata la conferma degli arresti domiciliari, il medico è stato temporaneamente sospeso e non può dunque esercitare la professione>.