Una notizia che scuote le fondamenta del Casinò di Campione d’Italia, chiuso a fine luglio dopo il fallimento.
Secondo quanto riportato da Ticino On line, un gruppo di imprenditori svizzeri guidati dal gruppo Artisa sarebbe pronto a mettere 100 milioni di franchi sul tavolo di Campione.
E non propriamente sul tavolo verde: il gioco d’azzardo, infatti, in questo progetto verrebbe drasticamente ridimensionato.
Nel gigante progettato dall’architetto Mario Botta troverebbero prevalentemente posto una clinica di alta specializzazione, appartamenti (sia medicalizzati per gli anziani, sia residenziali), e un museo d’arte internazionale, una sorta di Guggenheim campionese.
Sulle colonne di Ticino On Line ha parlato Stefano Artioli, presidente di Artisa Group, società svizzera con 45 dipendenti e un volume di transazioni annuali di oltre 280 milioni di franchi all’anno.
Secondo Artioli, la riconversione degli immobili di Campione è fondamentale: “Il Casinò è indebitato anche perché oggi questo settore non regge più davanti alla concorrenza del gioco online. È sbagliato ritenere Campione come il paese del vizio e non vederne il potenziale”, ha detto l’imprenditore al portale ticinese.
Il personale dipendente del casinò, ha aggiunto Artioli, potrebbe essere riqualificato per il nuovo impiego. L’imprenditore ha anche parlato di una condizione burocratica fondamentale: “Decisivo – ha detto sempre a Ticino On Line – sarà l’ottenimento da parte di Roma di uno statuto speciale per Campione. Sull’esempio di Bolzano. Solo uno statuto del genere permetterebbe di realizzare questo progetto tra pubblico e privato con la garanzia di decisioni celeri e investimenti garantiti a lungo termine”.
Il dado è tratto. Le prime reazioni non sembrano negative. “Ho appreso poco fa di questo progetto, dai mezzi di informazione – dice Vincenzo Falanga, sindacalista della Uil del Lario Funzione Pubblica – bisogna sicuramente pensare a un rilancio complessivo del sistema economico di Campione. Il gioco d’azzardo ha subito una flessione, anche a causa dell’offerta on line, quindi ben vengano proposte alternative, che comunque non devono modificare l’indole di Campione. Un’idea positiva, per rilanciare l’economia locale – conclude il sindacalista – potrebbe essere rendere l’exclave zona franca, proprio come Livigno”.