La Cassazione ha detto nuovamente no ad altre analisi sui reperti della strage di Erba dell’11 dicembre 2006. La Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati in via definitiva all’ergastolo per il massacro, dopo lo stop della Corte d’Appello di Brescia alle verifiche di materiale recuperato nella corte di via Diaz dopo l’uccisione di quattro persone, tra le quali un bimbo di due anni e il ferimento di una quinta.
Ieri in Cassazione si è tenuta l’udienza sul ricorso e in tarda serata è stata resa nota la decisione. Il ricorso è stato rigettato. <Non sappiamo le motivazioni e aspettiamo di conoscerle per capire il perché della decisione di rigettare il ricorso – dice l’avvocato Fabio Schembri, difensore di Olindo Romano e Rosa Bazzi -. Quando avremo le motivazioni decideremo cosa fare>.
Per l’avvocato, la battaglia non è ancora conclusa. <Per quanto ci riguarda i reperti devono essere esaminati in qualche modo – Proveremo a farci autorizzare le analisi. Qualcuno deve stabilire chi, come e quando fare le analisi. Dopo le motivazioni decideremo come procedere>.
Il 30 dicembre scorso, i giudici di Brescia hanno indicato come inammissibile la richiesta di incidente probatorio, procedimento che di fatto invece sembrava dovesse ottenere il via libera dopo la prima udienza del nuovo procedimento, nel novembre scorso. Contro questa decisione era stato presentato il ricorso, respinto però dalla Cassazione.
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati in via definitiva al carcere a vita. La sera dell’11 dicembre 2006, a Erba, in via Diaz, hanno ucciso Raffaella Castagna, il figlioletto di due anni Youssef Marzouk, la mamma Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, accorsa con il marito Mario Frigerio, ferito gravemente dai killer, per capire cosa stesse accadendo nell’appartamento di Raffaella.