La guerra dei ristorni non ci sarà. Almeno non quest’anno. Il governo di Bellinzona ha deciso a maggioranza – con il voto contrario dei due consiglieri di Stato della Lega – di versare all’Italia l’intera quota di imposte alla fonte sul reddito 2017 dei lavoratori frontalieri, rispettando in questo modo l’accordo del 1974. Bocciata, quindi, la richiesta che il presidente del Consiglio di Stato, il leghista Claudio Zali, aveva fatto ai colleghi del governo di “congelare” almeno una parte dei ristorni (25 milioni di franchi su un totale di 80). Parte con cui si sarebbero dovute realizzare opere infrastrutturali decise di comune accordo tra Ticino e Comuni di frontiera. Sempre per quanto riguarda le novità dal cantone di lingua italiana, il governo di Berna ha deciso di bloccare il progetto pilota per la chiusura notturna dei valichi secondari in Ticino. Secondo quanto pubblicato in una nota ufficiale, il Consiglio federale ha stabilito che «la fase sperimentale di chiusura dei valichi non ha prodotto un impatto tangibile sulla criminalità transfrontaliera e pertanto non verrà proseguita». Alcuni dei valichi di confine secondari saranno muniti di barriere che potranno essere alzate soltanto in caso di necessità. La prova di chiusura dei valichi aveva interessato i passaggi di Marcetto, Pedrinate e Ponte Cremenaga. Gli stessi valichi saranno comunque sorvegliati di continuo da telecamere.