Otto laureati su dieci dell’Università dell’Insubria trovano lavoro entro un anno dalla fine degli studi.
Un dato incoraggiante, per l’ateneo comasco e varesino. Frutto, senza dubbio, di un territorio capace (forse grazie anche alla vicinanza con la Svizzera) di assorbire personale qualificato, ma anche indice del fatto che l’Università dell’Insubria forma giovani sufficientemente preparati da inserirsi in fretta nel mercato del lavoro.
Non è questo l’unico dato che emerge dal ventesimo rapporto Almalaurea, che ha coinvolto oltre 1.600 laureati all’Insubria nel 2017.
L’età media alla laurea è pari a 25,5 anni, inferiore alla media nazionale (26 anni). Oltre sei studenti su dieci si laureano in corso, a livello nazionale solamente la metà degli universitari rispetta i tempi. Una rapidità che, forse, si paga anche in termini di risultato: il voto medio di laurea all’Insubria è 100,9, a livello nazionale il voto medio è 102,7.
A favore degli studenti comaschi e varesini, però, va detto che sette su dieci hanno lavorato durante il corso.
Infine, il tasso di occupazione a un anno dalla laurea: 80,9%, contro il 71,1% a livello nazionale. Lo stipendio medio netto è 1.276 euro al mese.
Per i laureati magistrali il tasso di occupazione a cinque anni dal titolo sale all’94,1% e la retribuzione a 1.659 euro mensili netti.
A conferma del fatto che, investire tempo e soldi in un livello di formazione universitaria superiore, paga.