Tanti detriti e tanta polvere, ma il Santuario della Madonna di Gallivaggio secondo i primi rilievi non dovrebbe aver subito danni significativi dopo il collasso della frana avvenuto nel pomeriggio di ieri. “Aspettiamo che arrivino notizie più dettagliate dai vigili del fuoco e dall’Arpa – spiegano dall’ufficio stampa della Diocesi di Como – ma sappiamo già che il Santuario è stato scalfito, parte del tetto è stato toccato, ma non si sono registrati danni rilevanti. L’unico edificio colpito da un masso è stato la “Casa del Pellegrino”, che ora ha un grosso buco”. Le opere d’arte del Santuario, un centinaio, erano già state portate in salvo lo scorso 11 maggio: un’operazione che ha coinvolto, oltre all’Ufficio diocesano Arte sacra, la Sovrintendenza regionale per i beni architettonici e paesaggistici, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Monza, i vigili del fuoco, la protezione civile, la comunità montana e alcune restauratrici. “Le opere sono state fotografate, catalogate, imballate e messe in sicurezza in un deposito in Val Chiavenna – spiegano dalla Diocesi – La statua del XV secolo dell’apparizione della Madonna resta esposta alla devozione dei fedeli nella cappella di Santa Marta all’interno della Collegiata di San Lorenzo a Chiavenna”. Il Santuario è stato temporaneamente escluso dai luoghi di pellegrinaggio, in quanto per ora è impossibile raggiungerlo. “La Statale 36 è ancora chiusa al traffico, si può arrivare solo attraverso il Passo dello Spluga – concludono – La frazione di San Giacomo è stata completamente evacuata da due settimane e i residenti di Campodolcino e Madesimo sono attualmente isolati. Da un mese è stato allestito un campo medico per gli interventi di prima necessità”.